L'ARTE DELLA RABBIA

 Qulacuno vorrebbe che la rabbia prendesse il sopravvento. Qualcuno vorrebbe far cadere la resistenza lasciando uscire quanto di peggio esiste nell'animo umano. Qualcuno provoca con dei discorsi, forti emozioni, nella speranza che qualcun'altro perda il controllo. Chi perde il controllo è facilmente controllabile, esposto alla repressione.
La rabbia non va provocata o subita,
essa va incanalata, trasformata in qualcosa che crei e non che distrugga.
La rabbia cova rassicurata dalla massa che la protegge. Serpeggia nelle parole velenose dette a bassa voce,
camaleonticamente invisibile, c'è.
 E non importa il colore di una bandiera.
La rabbia se ben sfruttata, si trasforma in arte, l'arte si espande, evolve, cresce, dilaga negli archetipi collettivi. L'arte libera.
La rivolta inizia, ma questa volta la repressione non saprebbe dove colpire.
Prima che due Spiriti imparino a camminare assieme sullo stesso percorso, devono imparare a camminarci da soli.
 Mille, duemila, cinquemila Spiriti arrabbiati si siedono per terra, respirano. Il silenzio cala forte e diventa più assordante di qualsiasi suono.
La rabbia, se si trasforma in organizzazione, diventa efficace.
L'azione coordinata, raggiunge apici artistici, che superano d'un sol colpo le dicotomie.
L'azione confonde prima i normali schemi logici di comprensione, e poi manda il suo messaggio che nel disorientamento arriva forte come un tuono, imprevedibile come il vento.
La Scuola di Chicago, corrente economica sviluppatasi negli Stati Uniti negli anni '60, teorizzava,  a partire da "esperimenti" psichiatrici, proprio lo shock come strumento politico.
Ma cosi' come l'energia atomica e l'economia, tutte le scoperte possono essere usate per fini differenti.
Se togliamo questo strumento dalle mani dell'oligarchia corporativista, quello che può nascere non avrebbe precedenti.
E' l'ora di evolvere,
Noi siamo la Terra.

Paolo Summa
 



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